lunedì 8 giugno 2015

Una nuova esperienza: il mio primo blogtour

Ultimamente ho davvero poco tempo per dedicarmi a ciò che amo, ma nonostante gli ultimi giorni frenetici, ci tengo a condividere con voi una nuova avventura. 

Per la prima volta ho partecipato ad un blogtour. 

Cos'è? È un viaggio eno-gastronomico alla scoperta dei prodotti locali, delle tecniche di produzione e di come vengono sfruttate le risorse del territorio.

Grazie all'AIFB, l'Associazione Italiana Food Blogger della quale faccio parte solo da pochissimo tempo, ho scoperto la zona del casertano. 

Purtroppo l'opinione comune su Caserta e la sua periferia è spesso negativa; io invece posso dire di aver scoperto paesaggi affascinanti, le colline casertane, le zone rurali, i campi, il paese di San Leucio e la città di Caserta con la maestosa Reggia. 

La sera prima del tour abbiamo avuto il piacere di cenare al Public House e di gustare un ottimo panino, ma non il solito hamburger, bensì un Burger Gourmet. Ricordo ancora il panino con asparagi e crema di formaggio di fossa... Delicious!! Complimenti alla cuoca (e socia AIFB con il blog Fatto in casa è più buono) Ornella.



Ah... e li ho trovato la patatina più lunga del mondo :-D





Prima tappa: Paese di San Leucio (http://www.sanleucionline.it/home.htm)

E' il paese della seta, riconosciuto Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Qui ho scoperto che esistono dei telai enormi e antichissimi. 

Ringrazio Rosaria (socia AIFB con il blog Sosi Dolce Salato) per averci raccontato la storia di questo paese: Re Ferdinando IV decise di creare un paese totalmente autonomo, i paesani autoproducevano ogni fonte di sostentamento in modo che il paese potesse essere autosufficiente. 
Le parole di Rosaria: il giocattolo del re. 







San Leucio diventò anche un'enorme industria della seta dove si confezionavano abiti di prestigio per la nobiltà ed anche per il Vaticano.
Infatti abbiamo ammirato una collezione di telai, alcuni enormi.



Dalla terrazza di San Leucio abbiamo ammirato uno spettacolo della natura: la vista della Reggia di Caserta dall'alto e sullo sfondo il Vesuvio. 






Seconda tappa: il paese di Caizzo e la Pizzeria Pepe in Grani (http://www.pepeingrani.it/)

Arriviamo nel paese di Caiazzo (CE) e subito resto affascinata dagli scorci, i vicoli e il panorama.





Qui conosciamo Franco Pepe, titolare della pizzeria "Pepe in grani", un artigiano che da qualche anno sta dedicando il suo lavoro al suo progetto personale: Pizza, ricerca e accoglienza.

Eccolo che ci aspetta sull'uscio della sua pizzeria.


Franco Pepe prepara una pizza del tutto naturale, utilizza materie prime quasi a km 0 e prepara tutto il suo impasto a mano. Prendendo esempio dalle persone che gli hanno insegnato il mestiere, cioè suo padre e suo nonno.


Sta dedicando davvero tutta la sua vita a questo suo nuovo concetto di pizza: sceglie personalmente le materie prime, conosce i contadini, crea con loro il grano che utilizza per l'impasto (arrivano infatti i sacchi di farina con il suo nome) e sfrutta solo prodotti della sua terra.


La cosa che noto subito di Franco Pepe è l'amore per il suo mestiere e l'enorme passione che ha nel raccontarci di come prepara il suo impasto, di come sceglie gli ingredienti, di come crea lui, insieme ai contadini, la farina giusta per la sua pizza. Pieno di orgoglio!

Franco Pepe ed il suo impasto

La sua farina "O PEPE"

Lezioni di scelta della farina




Terza tappa: Caseificio La Baronia (http://www.labaronia.com/public/)

Scopriamo finalmente come viene prodotta la mozzarella di bufala.



Il latte di bufala prodotto dalle aziende agricole del territorio viene fatto cagliare cioè si separa la parte solida del latte da quella liquida.














La cagliata viene fatta in questa macchina:


La parte solida, il caglio, viene utilizzato per la produzione di formaggi.





Nel caso della mozzarella di bufala, il caglio viene tritato, a questo si aggiunge acqua bollente che lo farà sciogliere. Il casaro, con enorme abilità, inizia la filatura della mozzarella cioè tira e mescola continuamente l'impasto di caglio e acqua fino a che non abbia la consistenza giusta per la mozzatura. 


Con la mozzatura l'impasto viene diviso in porzioni creando mozzarelle, trecce, bocconcini.



Facciamo un piccolo passo indietro. Prima della filatura del caglio, abbiamo assistito alla prova di filatura: ad una piccola parte di caglio il casaro ha aggiunto dell'acqua calda ed ha provato la filatura.

Ecco il processo di prova di filatura:




Le mozzarelle più grandi e piatte sono utilizzate per la sfoglia di mozzarella
o la pizza al contrario di Rosanna Marziale

Ultima fase di produzione delle mozzarelle è il confezionamento. Le mozzarelle sono pronte per arrivare in tutt'Italia.





... E adesso di nuovo subito in macchina, il pranzo ci aspetta!


Quarta tappa: Agriturismo Le Campestre e il Conciato Romano (http://www.lecampestre.it/agriturismo.asp)

Dopo una passeggiata nelle campagne dell'alto casertano, arriviamo a Le Campestre.



Come ci consigliano le pecorelle, ora che siamo qui tra di loro, rilassiamoci!






L'agriturismo sorge sopra una collina immersa nella pace, con intorno solo campi e silenzio. Anzi gli unici rumori che abbiamo udito erano i cani che abbaiavano contro un indifeso riccio... che però ha saputo difendersi bene.





Ci hanno fatto compagnia, oltre ad altri ospiti dell'agriturismo, le galline, il gattone, i tre asinelli e i due maiali neri.

Un posto fuori dalla frenesia della città, dai rumori del traffico e dal nervosismo delle persone.






Qui abbiamo avuto la fortuna di conoscere la padrona di casa, portatrice sana di tradizioni. Ci ha raccontato la storia della sua famiglia che era emigrata in Belgio, ma dopo qualche anno decise di tornare a casa perché il legame con le origini, la famiglia e il territorio nativo era troppo forte.

La vita in Belgio è uno dei motivi che ha spinto la signora a fare "scorte": abbiamo assaggiato del cavolo nero e della zucca sottaceto buonissimi!

La punta di diamante dell'agriturismo Le Campestre è il formaggio di loro produzione, il Conciato Romano.

Questo formaggio, dal sapore molto vivace, è prodotto dal latte di capra cagliato, e dopo un riposo nelle fuscelle ed una prima concia nell'acqua di cottura della pasta fresca, viene fatto marinare in anfore di creta anche fino a 24 mesi in un mix di olio di oliva, aceto di vino, timo e peperoncino.































Questo formaggio, presidio Slow Food, è ottimo abbinato a sapori molto dolci come le mele cotte, le verdure dolci, miele o marmellate.

Ecco come l'ho utilizzato io al rientro dal blogtour:

Farfalle con piselli e porri su Crema di piselli e Conciato Romano


Quinta ed ultima tappa: Vigna Alois (http://www.vinialois.it/alois/)

Alla vigna si respira un'aria magica...










La proprietaria ci accompagna nel vigneto e ci racconta di come è nata in suo suocero la passione per il vino. Stranamente la storia degli Alois ci riporta alla nostra prima tappa, San Leucio.

Vi riporto un brano tratto dalla pagina web dell'Azienda Agricola Alois:

A volte percorrere le strade del mondo puo’ portarti vicino casa cosi’, quando meno te lo aspetti, la mitica Via della Seta, cosi’ identificata dal geografo Von Rikhtfogenn, la stessa di barricchesca memoria, coacervo di civilta’ e vestigia favolose, fu anche, per certi tratti, Via del Vino.
Per constatare con quale naturalezza, sul serico filo della qualita’, vino e seta ancora s’incontrano, e’ sufficiente recarsi a San Leucio. Qui, come nel resto del mondo, il nome Alois brilla come sinonimo di qualita’ nella produzione e creazione di tessuti presenti tra l’altro nelle sale piu’ importanti del pianeta: dal Quirinale alla Casa Bianca, al Louvre. Nata nel 1885 come azienda commerciale ai tempi di Ferdinando IV di Borbone, ha conosciuto, divenendo industria tessile, un costante e graduale successo sempre alla guida del capofamiglia, fino alla venuta di Michele Alois che, nel 1992, secondo un desiderio i cui prodromi risalgono al dopoguerra, impianta un allevamento di microvinificazione per 9 vitigni autoctoni, sdoppiando cosi’ la bisecolare attivita’ della dinastia.
Casamiadecor – Marzo 2005 n.105

Abbiamo avuto il piacere di visitare la bottaia, una cantina che custodisce i segreti di famiglia e dove gli Alois hanno il piacere di presentare agli ospiti i loro prodotti. 




Nella bottaia abbiamo rincontrato un amico...



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A conclusione di questa esperienza posso sicuramente dire di essere rimasta colpita dalla passione e dalla dedizione che i produttori mettono nel loro lavoro; con orgoglio trasmettono la loro cultura e le loro conoscenze. Li ringrazio quindi per tutto ciò che mi hanno insegnato!

3 commenti:

  1. Siamo contenti di averti fatto vivere questa esperienza per la prima volta e grazie a te per avere aderito con tanto entusiasmo.

    Fabio

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